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I problemi della Traduzione in Francese

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I problemi della Traduzione in Francese

Di Valentino Zaffini

Fra i tanti problemi connessi alla traduzione, frequenti e molto evidenti sono quelli morfo-sintattici e quelli di carattere semantico.

Benché la traduzione ponga problemi a livello di stile e di registri di lingua, nella misura in cui una struttura sintattica esprime un livello di espressione, mi limitero qui a dare una tipologia, suffragata da alcuni esempi, dei principali errori morfo-sintattici nella traduzione dall'italiano al francese. Passero successivamente a considerare quelli di carattere semantico per ricercare nelle tecniche didattiche le cause che possono originare tali errori.

1. Gli errori di omissione

  • "E' difficile dire" tradotto con "Il est difficile dire" invece della forma corretta "Il est difficile de dire".
  • "Non ho mangiato pane" tradotto con "Je n'ai pas mangé pain" invece di " Je n'ai pas mangé de pain".
  • "Bei bambini giocavano nel parco"- "Beaux enfants jouaient dans le parc"- "De beaux enfants jouaient dans le parc".

2. I termini incompatibili

  • "Non ero mai andato a Parigi"- "Je n'était pas jamais allé a Paris"- "Je 'était jamais allé a Paris".
  • "Ho sperato di poter venire" -"J'ai espéré de pouvoir venir"- "J'ai espéré pouvoir venir"
  • "Questo tuo amico e molto gentile"- "Ce ton ami est tres gentil"- "Cet ami a toi est tres gentil" (op. ton ami est tres gentil).

3. L'ordine sintagmatico scorretto

  • "Entra Maria e mi dice"- "Entre Marie et me dit"- "Marie entre et me dit".
  • "Mi ha detto di non cercare di capire"- "Il m'a dit de ne chercher pas a comprendre"- "Il m'a dit de ne pas chercher a comprendre".
  • "Glielo dicevo sempre"- "Je lui le disait toujours"- "Je le lui disait toujours".

4. La scelta sbagliata di elementi

  • "Maria e stata molto contenta"- "Marie est été tres contente"- "Marie a été tres contente".
  • "Questa storia viene definita"- "Cette histoire vient définie"- "Cette histoire est définie".
  • "Mi ha chiesto cosa facessi"- "Il m'a demandé qu'est-ce que je faisais" - "Il m'a demandé ce que je faisais".

5. Gli errori di interrelazioni

  • "Se verro te lo diro"- "Si je viendrai, je te le dirai". "Si je viens, je te le dirai".
  • "Se venissi te lo direi"- "Si je viendrais je te le dirais"- "Si je venais je te dirais".
  • "Penso che sia qui"- "Je pense qu'il soit ici"- "Je pense qu'il est ici".
  • "Sapevo che non sarebbe partito senza dirmelo"- "Je savais qu'il ne serait pas parti sans me le dire"- "Je savais qu'il ne partirait pas sans me le dire".

6. Il cambiamento di categoria grammaticale

  • "Non venire domani"-"Ne pas venir demain"-"Ne viens pas demain".
  • "Prese l'ombrello e se ne ando"-"Il prit le parapluie et s'en alla"- "Il prit son parapluie et s'en alla".
  • "Si e mangiato tutto"- "Il s'est tout mangé"- "Il a tout mangé".
  • Crede che sia a causa del bere"- "Il croit que c'est a cause du boire"- "Il croit que c'est a cause de la boisson".

7. Gli italianismi

  • "Vado a dormire"- "Je vais a coucher"- "Je vais coucher"
  • "Gli e morto il padre"- "Son pere lui est mort"- "Son pere est mort".

Se ho considerato la traduzione dall'italiano al francese e perché in questo caso per superare gli scogli che pongono le differenze sintattiche e morfologiche delle due lingue , occorre una conoscenza piu approfondita della lingua straniera, mentre non e vero il contrario. Chiunque infatti abbia una conoscenza elementare del francese incontra poche difficolta morfo-sintattiche in una traduzione dal francese all'italiano. In una traduzione in questa direzione ( dal francese all'italiano) gli ostacoli che si incontrano sono invece di carattere semantico. Speso l'alunno che traduce si lascia trarre in inganno dalla esistenza nella propria lingua di parole dal sono o dalla forma grafica simile, ma diversa in quanto a significato; e questo il problema dei cosiddetti "Falsi Fratelli".

Ecco alcuni dei casi ricorrenti:

  • "Pourtant" tradotto con "Pertanto" invece di "Eppure".
  • "Assez" tradotto con "Assai" invece di "Abbastanza".
  • "Fermer" tradotto con "Fermare" invece di "Chiudere"

Bisognerebbe chiedersi perché gli alunni commettono questo errori ma soprattutto perché persistono in essi e chiedersi come fare perché non li commettano nuovamente.

All'ultima domanda viene spontaneo rispondere che il problema non si risolve certo dando loro una lista di questi termini, oggetto di grossolane traduzioni letterali, con i relativi significati. Questo e quanto erano soliti fare i sostenitori del metodo tradizionale, i quali facevano anche largo uso della traduzione come tecnica di insegnamento.

E' proprio il far ricorso alla traduzione parola per parola che spinge gli alunni a non considerare il testo come un tutto organico e a perdere di vista il significato globale della frase. E' necessario abituarli a prendere in considerazione il contesto e a dedurne il maggior numero di informazioni. Solo attraverso un metodo deduttivo personale potranno apprendere in maniera cosciente e potranno ricordare in modo duraturo. Di quanto appreso in modo mnemonico e non contestualizzato non avranno prima di tutto una reale competenza ed in secondo luogo si dimenticheranno presto.

Se invece di proporre una semplice traduzione, si inserissero questi "falsi fratelli" in frasi compiute spingendo alla riflessione sui possibili significati suggeriti dal contesto, si svilupperebbe negli alunni la coscienza semantica di cio che stanno imparando e si svilupperebbe anche uno spirito deduttivo sempre pronto e non soggetto a dimenticanze. Si eviterebbero inoltre errori madornali come:

  • "Les enfants avaient cassé la glace du couloir" tradotto con "I bambini avevano rotto il ghiaccio del corridoio" invece di "I bambini avevano rotto lo specchio". O ancora:

  • Alla frase "Qu'est-ce que tu veux, choux?", dove choux" e un simpatico vezzeggiativo fra persone che si amano e non un ortaggio, non si udirebbero traduzioni del tipo: "Che cavolo vuoi?".

Concludo citando il resoconto di un'analisi di questa tipologia di errori: "Nous avons rencontré la meme typologie d'erreurs en pratiquant l'expression libre (orale et écrite) et la traduction (en prenant, bien sur, différents échantillonnages d'éleves). Toutefois, nous avons observé que cette typologie s'aggrave dans les exercices de traduction; du reste, cela s'explique assez bien, si l'on pense que la traduction encourage malgré tout un travail effectué segment par segment; c'est-a-dire que le calque y est encore plus facile que dans les autre épreuves. Par conséquent la traduction doit etre pratiquée avec précaution et l'on ne peut l'aborder sans un exercice propédeutique pertinent: elle est dangereuse si l'on ne fournit pas auparavant les instruments indispensable pour la pratiquer. (1)

(1) - La traduction italien-français: problemes morpho-syntaxiques. Marie Christine Jullion Ballico.

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