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Testamento di Gioachino Rossini

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Parigi, 5 luglio 1858,

Questo è il mio testamento. In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Nella certezza di dover abbandonare questa vita mortale, io mi sono determinato a fare le ultime mie disposizioni.

Alla mia morte sarà impiegata la somma di due mila lire al più per i miei funerali; il mio corpo sarà seppellito dove stimerà conveniente mia moglie.

A titolo di legato, e per una volta tanto, lascio a mio zio materno Francesco Maria Guidarini, dimorante a Pesaro, sei mila franchi; a Maria Mazzotti mia zia materna dimorante a Bologna, cinque mila franchi; ed a' miei due cugini dimoranti a Pesaro, Antonio e Giuseppe Gorini, due mila franchi a ciascuno. Questi legati sono la mia sola ed unica volontà e saranno pagati subito dopo la mia morte, se vi sarà il denaro disponibile; nel caso contrario i miei esecutori testamentari prenderanno il tempo necessario corrispondendo l'interesse del 5 per cento. Se i predetti legatarii mi fossero premorti, le somme legate passeranno ai loro figli maschi e femmine in parti uguali.

Alla mia amatissima moglie Olimpia Descuilliers che fu un'affettuosa e fedele compagna e della quale ogni elogio sarebbe inferiore al merito, lego in tutta proprieta tutti i mobili di casa, biancherie, tappezzerie, drappi, porcellane, vasi; tutti i miei autografi di musica, carrozze, cavalli, tutti gli oggetti di scuderia, di selleria, di cantina; rami, bronzi, quadri e quant'altro finalmente si trovasse in mia casa, sia di citta, sia di campagna; eccettuando solamente gli oggetti che sto per dire qui sotto. Dichiaro inoltre essere l'esclusiva proprietà della mia moglie tutte le argenterie, come voglio che si riconosca per sua proprietà qualunque oggetto che dichiarasse appartenerle, quantunque esso si trovasse nella mia camera o né miei effetti.

Le scatole, gli anelli, le catene, le spille, le armi, le mazze, le pippe, le medaglie, gli orologi, escluso però un piccolo orologio della fabbrica Breguet, che è di mia moglie; una piccola battaglia in argento di Benvenuto Cellini, inquadrata in oro ed avorio, necessaires di toilette, disegni ed albums saranno venduti privatamente o per mezzo d'asta pubblica come meglio giudicheranno i miei esecutori testamentari, ed il denaro che si ricavera da questa vendita sara messo a profitto in aumento della eredita.

Lascio piena ed intera facolta a mia moglie di scegliere ed optare fra le mie proprieta fondiarie o miei valori mobili quella o quelli che saranno maggiormente a lei convenienti in restituzione della dote che mi fu costituita al momento del matrimonio. Di tutti gli altri beni, effetti e sostanze nomino ed istituisco come erede usufruttuaria la mia carissima ed amatissima moglie, vita natural durante.

Quale erede della proprieta nomino il comune di Pesaro, mia patria, per fondare e dotare un liceo musicale in quella citta dopo la morte di mia moglie. Proibisco alla magistratura od ai rappresentanti comunali della detta citta ogni specie di controllo o d'intervenzione nella mia eredita, volendo che mia moglie ne goda in tutta ed assoluta liberta, e non volendo nemmeno ch'essa dia una cauzione o sia obbligata a fare un impiego speciale dei beni che lacero dopo di me e dei quali le lego con usufrutto.

Nomino per miei esecutori testamentari, in Italia, il Marchese Carlo Bevilacqua ed il Cav. Marco Minghetti di Bologna, dove abitano, dando loro la più grande facoltà e prodigandoli di accettare i pesi che la mia scelta impone, dandomi questa prova ulteriore di benevolenza e amicizia. Nomino di più per i miei esecutori testamentari, in Francia, il Sig. Vincenzo Buttarini dimorante Rue Basse du Rempart, 30, ed il Sig. Aubry, Boul des Italiens, 27, pregandoli di volere aggradire a titolo di memoria once 100 di argento per ciascuno da consegnarsi nello spazio di un anno a datare dal giorno della mia morte.

Voglio che dopo la mia morte e quella di mia moglie sia fondato a perpetuita a Parigi, ed elusivamente per i francesi, due premi di tremila franchi ciascuno per essere distribuiti annualmente, uno all'autore d'una composizione di musica religiosa o lirica che dovra distinguersi principalmente per la melodia, tanto adesso negletta; l'altro all'autore delle parole (prosa o verso) sulle quali deve applicarsi la musica ed scrittori non tengano sempre abbastanza conto. Queste produzioni saranno sottoposte all'esame d'una commissione speciale presa nell'Accademia delle belle arti dell'Istituto, la quale giudichera chi avra meritato il premio detto ROSSINI, che sara accordato in pubblica seduta dopo l'esecuzione della composizione, sia nel locale dell'Istituto, sia ne Conservatorio.

I miei esecutori testamentari dovranno ottenere dal ministero l'autorizzazione d'immobilizzare al 3 per cento un capitale necessario per costruire una rendita annuale di sei mila franchi. Ho desiderato di lasciare in Francia, dalla quale ebbi una cosi benevola accoglienza, questa testimonianza della mia gratitudine e del desiderio di veder perfezionata un arte alla quale ho consacrata la mia vita.

Lascio al mio cameriere Antonio Scanavini che mi servì con esattezza e fedelta la somma mensile di lire cinquanta sua vita durante e tutto il mio vecchio vestiario. Mi riservo il diritto di fare aggiunte e modificazioni al presente testamento ed intendo che siano eseguite letteralmente, e siano eseguite letteralmente, e siano osservate come se fossero scritte nel presente atto. Annullo ogni altro testamento

Fatto, scritto e sottoscritto di mia mano quest'oggi

Firmato: GIOACCHINO ROSSINI

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